Giornata della memoria 2024 – Programma delle iniziative

Domani 20/01/2024 sarà inaugurata alla Sala dell’Affresco al Castello Sforzesco la mostra sul progetto nazista T4.

La mostra è parte di un vasto programma che la Rete Antifascista propone per la Giornata della Memoria 2024.

Appena salito al potere il regime nazista iniziò a emanare leggi sulla sterilizzazione degli inabili, arrivando a sterilizzare tra i 300.000 e i 400.000 tedeschi. Si passò poi all’eliminazione dei neonati e dei bambini con malformazioni, Medici e ostetriche dovevano segnalarne la nascita a un ufficio centrale che li trasferivano in determinati ospedali, promettendo cure speciali. Venti ospedali furono incaricati del programma di eliminazione, che prese il nome in codice di Operazione T4.
I medici utilizzano farmaci per uccidere i bambini, ma per gli adulti furono usate iniezioni letali e furono sperimentate camere a gas.
Per nascondere le eliminazioni, la T4 mandava falsi certificati di morte e lettere di condoglianze ai genitori. Ma queste precauzioni non riuscirono a occultare la verità. Le proteste dei parenti giunsero alla magistratura e alle Chiese, che spinsero a interrompere le uccisioni nel 1941 quando ne erano già avvenute circa 80.000. Sebbene ufficialmente fosse stata ordinata la fine delle gasazioni, esse continuarono per uccidere i deportati nei lager, ormai inabili al lavoro.
L’ideologia eugenetica e razziale che aveva portato alla eliminazione dei disabili portò poi allo sterminio di zingari ed ebrei.

Ribelli al Confino – Mostra itinerante

mostra 30 ottobre

La mostra resterà aperta al pubblico dal 30 ottobre al 14 novembre dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00, presso la Sala dell’Affresco del Castello Sforzesco di Vigevano

Il 30 ottobre 2021 presso la Sala dell’Affresco nel Castello Sforzesco di Vigevano alle ore 16 si terrà l’inaugurazione della mostra “RIBELLI AL CONFINO”. Saranno presenti l’autore Maurizio Ribichini e il presidente della ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti) Sezione Torino Boris Bellone.
E’ una mostra per giovani, e non solo, sulla storia del confino politico in Italia, con materiali ludico-didattici, una storia a fumetti scritta e disegnata da Maurizio Ribichini , è un notevole lavoro di ricostruzione storica e immaginazione pubblicato da ANPPIA.
L’Anpi di Vigevano per ricordare che nel Castello Sforzesco il 21 ottobre del 1943 veniva fucilato di Leoni Giovanni, mentre il 6 ottobre del 1944 vengono fucilati i partigiani della Brigata Leoni Salvatore Frasconà, Carlo Gazzo e Giovanni Profili, offre ai cittadini la visione di questa mostra che, in alcune pagine del libro/fumetto di Ribichini, viene descritto sinteticamente cos’era il confino di polizia sotto il fascismo.
Avveniva non solo sulle isole, ma anche in Comuni isolati generalmente del Sud Italia. Basti ricordare Aliano in Lucania dove visse Carlo Levi o Brancaleone Calabro dove fu mandato Cesare Pavese. Qualcuno li ha definiti impropriamente “luoghi di villeggiatura”. Forse lo potranno essere oggi, ma allora con le ristrettezze, il confinamento e le severe regole, si configuravano come vere carceri a cielo aperto.
Oltre a diversi libri, anche alcuni film se ne sono occupati come “La Villeggiatura” (1973) di Marco Leto o “Cristo si è fermato ad Eboli” (1979) di Franco Rosi con Gian Maria Volontè.
Nonostante i controlli e la minaccia di punizioni, vi si svolgeva un’intensa attività politica. Basti ricordare il “Manifesto di Ventotene” di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e altri dove, per la prima volta si è abbozzata l’idea di un’Europa Unita.
L’idea di Europa in pace, solidale, unita, è nata, paradossalmente, nei luoghi di detenzione.
La mostra ha anche un fine educativo e sono invitati le scolaresche degli istituti Vigevanesi, che potranno fruire di visite guidate dedicate su appuntamento.
La mostra resterà aperta dal 30/10 al 14/11 dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00

Noi non dimentichiamo: commemorazione di Giovanni Leoni – Giovedì 21 ottobre 2021 ore 12

Giovanni Leoni

Come avvenuto negli anni scorsi, giovedì 21 ottobre 2021 alle ore 12 nel cortile del Castello di Vigevano, davanti alla lapide che lo ricorda, si svolgerà la commemorazione di Giovanni Leoni. L’iniziativa è promossa dalla sezione cittadina dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) per ricordare questa figura, che rappresenta anche il primo antifascista fucilato della provincia di Pavia
Volendo riassumere in poche righe la sua storia, basterà ricordare che era nato a Macerata il 22 gennaio 1903. Si era trasferito in città nel 1932 e svolgeva l’incarico di geometra dell’Ufficio Tecnico del Comune oltre a quello dei capo dei vigili del fuoco.
A Vigevano l’uccisione la sera del 20 ottobre 1943 del milite Mario Toso, avvenuta probabilmente a opera di suoi commilitoni (ragazzi sbandati reclutati nella Milizia), fornì il pretesto per fucilare il dipendente comunale, che già nel periodo seguito al 25 luglio, dopo la deposizione di Mussolini, era stato individuato come antifascista e sottoposto a controllo. Nella mattina del 21 ottobre 1943 venne prelevato dal suo ufficio, portato nel cortile del Castello e fucilato da soldati tedeschi.
Dopo la fucilazione avvenne il saccheggio della sua abitazione compiuto da fascisti vigevanesi, lasciando la vedova, Francesca Perego, con le due figlie, Luisa di 14 anni e Milena di 11 anni, nella più completa disperazione e indigenza. I fascisti arrivarono addirittura a sparare alla lapide apposta alla sua tomba, sommersa dai fiori dei concittadini nella ricorrenza dei Morti.

Pastasciutta antifascista a Vigevano

Domenica 25 luglio 2021 – ore 19,00
Area Feste “Enrico Berlinguer”Via Gravellona 167 – Fr. Piccolini – Vigevano

Pastasciutta, Pane, Salame, Acqua e Vino
Sarà ben accetta un’offerta minima di 5 euro.
È gradita la prenotazione al n. 392 4241470 (Massimo dalle 20.00 alle 22.00)

pastasciutta_anpi_2021

Alla caduta del Fascismo, il 25 luglio del 1943, fu grande festa a Casa Cervi, come in tutto il Paese.
Una gioia spontanea di molti italiani che speravano nella fine della guerra, nella morte della dittatura.
La Liberazione verrà solo 20 mesi dopo, al prezzo di molte sofferenze.
Ma quel 25 luglio, alla notizia che il duce era stato arrestato, c’era solo la voglia di festeggiare.
A Campegine,i Cervi insieme ad altre famiglie del paese, portarono la pastasciutta in piazza, nei bidoni per il latte.
Con un rapido passaparola la cittadinanza si riunì attorno al carro e alla “birocia” che aveva portato la pasta.
Tutti in fila per avere un piatto di quei maccheroni conditi
C’era la fame, ma c’era anche la voglia di uscire dall’incubo del fascismo e della guerra, il desiderio di “riprendersi la piazza” con un moto spontaneo, dopo anni di adunate a comando e di divieti.
Sono ormai 5 anni che a Vigevano la sezione ANPI tiene vivo quel ricordo.
PARTECIPATE, PRENOTATE 3924241470

2 Maggio 2021 “I luoghi del Ricordo”

Domenica 2 maggio a partire dalle ore10,00, l’Anpi Sezione di Vigevano, organizza la posa di corone e fiori, nei luoghi simbolo della Resistenza al nazismo ed al fascismo a Vigevano “dimenticati” dall’Amministrazione Comunale nell’ambito delle celebrazioni del 25 Aprile 2021.
Ringraziamo i cittadini, che ci hanno manifestato il loro disappunto  e che grazie alla loro sensibilità e al loro contributo ci consentono di ricordare degnamente, anche a Vigevano, il sacrificio delle italiane e degli italiani per ridare al nostro paese Pace, Libertà e Demodrazia.
Di seguito il programma delle pose delle corene e dei fiori:   

2 maggio 2021

25 APRILE 2021

l’associazione Anpi Vigevano festerggia il 76° anniversario della Liberazione  con le seguenti iniziative:

Un fiore nei luoghi della memoria.

Domani un fiore nei luoghi della memoria.Un fiore per ribadire che il 25 Aprile del 1945 grazie ai tani sacrifici nella Resisteza l’italia riprendeva in mano il proprio destino.
Per ricordare chi ha dato la vita per questo. L’italia democratica nasce dalla resistenza

177866355_203211158281879_789964799514437323_n

25 Aprile Letture in Castello di Poesie Resistenti

In occasione del 25 aprile 2021 l’ANPI di Vigevano in collaborazione con l’ANED provinciale, ha pensato di organizzare un percorso originale tra Resistenza e letteratura, condotto attraverso le opere di poesia contemporanee ai fatti o di poco posteriori alla fine della seconda guerra mondiale.
Si alterneranno in un reading collettivo alcuni giovani studenti di Vigevano.
Verranno citate poesie dalle opere di Salvatore Quasimodo, Giorgio Caproni, Franco Fortini, Davide Lajolo tra gli italiani, i francesi Louis Aragon e Vercors, lo jugoslavo Ivan Kovacic, i polacchi Tadeus Gajcy e Tadeus Rozewicz, il russo Viktor Nekrasov, il greco Ghiannis Ritsos, il lituano Zvi Kolitz per chiudere col tedesco Bertolt Brecht.
Un percorso non consueto il cui intento è mostrare lo sbocciare di un comune sentimento europeo di Resistenza e di Liberazione dal nazifascismo, composto da una molteplicità di voci spesso poco note, ma tutte aspiranti alla libertà.

mq1

voci dalla resistenza europea

175348677_199414585328203_3197290569452703412_n

Verso il 25 aprile 2021
Pubblicazione dei seguenti tre video:
Bruno Buozzi
Luigi Campegi e Luchino DalVerme
Resistenza a Vigevano

Comunicato stampa in dissenso alla delibera del consiglio comunale di intestare un luogo pubblico a Norma Cossetto.

ANPI VIGEVANO

Con queste significative parole il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha suggellato l’incontro con il Presidente della Repubblica Slovena, Borut Pahor, avvenuto a Trieste lo scorso 13 luglio.“La storia non si cancella e le esperienze dolorose, sofferte dalle popolazioni di queste terre, non si dimenticano.Proprio per questa ragione il tempo presente e l’avvenire chiamano al senso di responsabilità, a compiere una scelta tra fare di quelle sofferenze patite, da una parte e dall’altra, l’unico oggetto dei nostri pensieri, coltivando risentimento e rancore, oppure, al contrario, farne patrimonio comune, nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro.Al di qua e al di là della frontiera – il cui significato di separazione è ormai, per fortuna, superato per effetto della comune scelta di integrazione nell’Unione Europea – sloveni e italiani sono decisamente per la seconda strada, rivolta al futuro, in nome dei valori oggi comuni: libertà, democrazia, pace. Oggi, qui a Trieste – con la presenza dell’amico Presidente Borut Pahor -segniamo una tappa importante nel dialogo tra le culture che contrassegnano queste aree di confine e che rendono queste aree di confine preziose per la vita dell’Europa”. In questa giornata i due presidenti hanno seguito un protocollo di commemorazione condivisa di sprone a continuare la ricerca storica e di diffonderla a unica voce.Insomma una forte volontà di dialogo e comprensione per il dolore di tutte le parti vittime del nostro confine orientale espresse dal nostro Presidente, con la sincera volontà d rapporto con le varie parti del territorio, il tutto per dare una onesta storia delle tragiche conseguenze che si sono susseguite in quei luoghi.

E a Vigevano?
Il Consiglio Comunale di Vigevano ha contrapposto un’altra posizione e si è contraddistinto nel perseguire una via totalmente opposta, accettando di rimuovere dal dibattito una storia collettiva per sposarne una di parte che altro non è che propaganda politica volta a nascondere le colpe che hanno causato l’evolversi degli eventi.
“IN COMPLETA CONTRO TENDENZA AI DESIDERI DEI 2 PRESIDENTI”
Con voto unanime, è approvata la proposta di intitolare un luogo pubblico a Norma Cossetto. Dietro la pietas umana riguardo le tragiche vicende che hanno coinvolto la giovane istriana, di fatto è stata approvata una versione di deliberazione elaborata senza nessun definitivo rilievo storico ,tutt’oggi frutto di ricerca e studio degli storici, proprio da coloro che persistono a giustificare chi causò la Seconda Guerra Mondiale cominciando una guerra di occupazione  sfociata in alcuni casi in pulizia etnica e le ideologie che la sostennero; da coloro che, in 75 anni, hanno fatto ben poco in termini di riconoscimento delle proprie responsabilità rispetto gli orrori di questa tragica guerra; da coloro che non hanno alcuno scrupolo a negare, a minimizzare o far risaltare le tragedie avvenute, secondo convenienza, allo scopo di dare una veste di rispettabilità al fascismo, al nazionalismo ed al razzismo.
Siamo rimasti molto rattristati ed indignati nell’ascoltare il livello e il contenuto del dibattito peraltro solo dell’opposizione in Consiglio Comunale, segnato da una chiara inconsapevolezza dei fatti.
Un consiglio comunale dovendo affrontare un tema importante della nostra storia aveva il dovere di consultare storici di ambo le parti organizzando/proponendo prima un riflessione/dibattito pubblico per poi decidere in serenità, in modo che le informazioni storiche purificassero e non farsi sopraffare da strumentali convenienze politiche di “una parte”.
Non facendolo hanno permesso e legittimato che una parte si ritagli un pezzetto da vicende ingarbugliate e di ogni pezzetto fa una sorta di parentesi: la responsabilità, il tutto condito da una lettura leggera dei mass-media o della propaganda politica ossessionata dalle riletture che possano legittimare un passato ampiamente condannato dalla storia.
E così la complessa vicenda del confine orientale”, come per esempio: l’invasione italiana della Jugoslavia; il razzismo fascista verso gli slavi; i crimini di guerra italiani in Jugoslavia. La repressione di un fascismo di confine intriso di nazionalismo violento, che lacerò, negandole addirittura, le minoranze slovena e croata, le quali, nei secoli, hanno sempre costituito, con quella italiana, le componenti essenziali di un’unica comunità plurilinguistica e multiculturale che fu sempre, e che avrebbe dovuto sempre essere, considerata come la ricchezza di un intero territorio.Scomparse dal dibattito le centomila persone che furono segregate in campi di internamento dal regime nazifascista, in cui morirono circa cinquemila persone, il caso del campo di concentramento dell’isola di Rab è emblematico. Tutto scomparso dal dibattito riducendolo a comprimario errore di percorso
E’ necessario riportare il dibattito sulla storia e ristabilire una onesta riflessione sugli argomenti trattati e per questo che chiediamo alle Istituzioni comunali di organizzare due incontri, con storici illustri che hanno approfondito da tempo la materia, di ambo le parti:
– Il primo sulle vicende del confine orientale.
– Il secondo sullo stupro come arma di guerra.
Il tutto per raccogliere e confrontare le diverse posizioni e purificarsi delle convenienze politiche affidandosi alla storia.

Abbiamo anche due riflessioni di carattere generale assistendo al procedere del dibattito parlamentare che vorremmo condividere con la cittadinanza:
La prima l’abbiamo espressa in questo comunicato riguarda la mozione per l’intitolazione di un luogo pubblico a Norma Cossetto. Ma pare che non ci si voglia fermare qui nel perseguire le voglie di una parte di maggioranza di riportare le lancette dell’orologio indietro nel tempo promuovendo prassi antistoriche del nazionalismo del ventennio. La richiesta su “l’utilizzo esclusivo della lingua italiana negli atti della pubblica amministrazione” ne sono un segno esplicito e ci preoccupa un eventuale proseguo. Queste proposte provengono da direttive e a testi preconfezionati dalla segreteria di partito di appartenenza per un disegno ben preciso a livello nazionale, Non dobbiamo certo ricordare che essendo eletti in consiglio comunale per interessarsi delle criticità che assillano TUTTI i cittadini e non solo una parte e avendo come spirito guida la Costituzione nata dalla resistenza e approvata a tutti i partecipanti della assemblea si imporrebbe l’ascolto anche di chi si è imposto tramite istituzioni e associazioni ,di ricordare i partigiani come combattenti per la libertà e la democrazia partecipando attivamente a ricostruire un paese distrutto dalla guerra è avvilente pensare che chi è chiamato a rappresentare i cittadini sia più interessato obbedire agli ordini di partito sul revisionismo storico di parte, piuttosto che confrontarsi con i cittadini ed agire nel loro interesse per migliorare la città.
La seconda riflessione riguarda la qualità dei contenuti sostenuti durante la discussione, peraltro a unica voce di approvazione della minoranza che si pensava non certo interessata al disegno revisionista della proponente.Il Consiglio Comunale è chiamato ad importante ruolo di indirizzo e di controllo politico – amministrativo, che riguardano ed incidono sul benessere della cittadinanza, sullo sviluppo economico locale, sulla programmazione urbanistica e la tutela del territorio, sono decisioni che condizionano in concreto la vita dei Vigevanesi. Ebbene ci permettiamo di auspicare, in ogni occasione, ma in particolare, quando saranno messe in discussione rilevanti questioni, di poter ascoltare dai nostri rappresentanti interventi appassionati che rilevino un adeguato livello di preparazione, conoscenza del tema che porta alla competenza e questo lo possono fare ascoltando la voce delle associazioni che esprimono e divulgano le tesi degli storici e anche della cittadinanza attiva  che con tecnica e passione disinteressati operano su temi specifici.Questo li aiuterebbe nel mettere in primo piano il bene comune spogliandosi dalle mere convenienze di partito.
Vorremmo che questa triste pagina non sia ripetuta su tutti gli altri temi che sviluppa il Consiglio Comunale

ANPI Sezione Vigevano
Il Presidente
Salvatore Marrano                                                 

Legge di iniziativa popolare – scadenza raccolta firme il 31 marzo 2021

“Norme contro la propaganda e diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo e la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti”

firma antifascismo_4

video

Tutti i cittadini possono firmare entro il 31 marzo 2021, presso il Comune in cui si è iscritti nelle liste elettorali, per sostenere questo progetto di legge. E’ necessario presentarsi in Comune con la propria carta di identità.
La legge di iniziativa popolare consta di due articoli: 
Art. 1.
1. Nel capo II del titolo I del libro secondo del codice penale, dopo l’articolo 293 è aggiunto il seguente:
«Art. 293-bis. – (Propaganda del regime fascista e nazifascista). – Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque propaganda i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero dei relativi metodi eversivi del sistema democratico, anche attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne fa comunque propaganda richiamandone pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.
La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici.
La pena di cui al primo comma è altresì aumentata di un terzo se il fatto è commesso con modalità ed atti espressivi dell’odio etnico o razziale.
All’articolo 5, primo comma, della legge 20 giugno 1952, n. 645, le parole:
«sino a» sono sostituite dalle seguenti: «da sei mesi a».
Art. 2
1. Al Decreto Legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito in Legge 25 giugno 1993, n. 205, recante “Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa” all’art. 2 dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
“1-bis. Qualora in pubbliche riunioni di cui al comma 1, l’esposizione riguardi emblemi o simboli riconducibili al partito fascista o al partito nazionalsocialista tedesco, la pena di cui all’art. 2 comma 1, è aumentata del doppio.
Si riporta qui il messaggio introduttivo presente nel modulo, firmato dal comitato promotore presieduto dal sindaco di Stazzema, Maurizio Verona.
Da anni assistiamo impassibili al proliferare dell’esposizione ovunque, di simboli che richiamano a fascismo e nazismo, frutto di anni di sottovalutazione del fenomeno del ritorno di queste ideologie che mai come oggi sono pericolose. Il ‘Rapporto Italia 2020’ dell’Eurispes ci dice che dal 2004 ad oggi è aumentato il numero di chi pensa che la Shoah non sia mai avvenuta: erano solo il 2,7% oggi sono il 15,6%, mentre sono in aumento, sebbene in misura meno eclatante, anche coloro che ridimensionano la portata della Shoah dall’11,1% al 16,1%. Inoltre, secondo l’indagine, riscuote nel campione un “discreto consenso” l’affermazione secondo cui “Mussolini sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio” (19,8%). Con percentuali di accordo vicine tra loro seguono “gli italiani non sono fascisti ma amano le personalità forti” (14,3%), “siamo un popolo prevalentemente di destra” (14,1%), “molti italiani sono fascisti” (12,8%) e, infine, “ordine e disciplina sono valori molto amati dagli italiani” (12,7%). In compenso secondo la maggioranza degli italiani, recenti episodi di antisemitismo sono casi isolati, che non sono indice di un reale problema di antisemitismo nel nostro Paese (61,7%).
Per meno della metà del campione (47,5%) gli atti di antisemitismo avvenuti anche in Italia sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno. Per il 37,2%, invece, sono bravate messe in atto per provocazione o per scherzo.
Nella scorsa legislatura solo un ramo del Parlamento aveva approvato una proposta di legge che sanzionava coloro che colpiva coloro che propagandavano le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco.
Questa proposta di legge riprende quelle finalità e aggiunge alcune ulteriori aggravanti per l’esposizione di simboli fascisti e nazisti nel corso di eventi pubblici.
Qualcosa sta accadendo: i media trasudano da anni di notizie che era giusto considerare allarmanti, vi era e persiste una crescente diffusione di razzismi e di appelli a trovare soluzioni autoritarie. Oggi riteniamo fondamentale che dal basso si riparta per riparlare dei valori della nostra Costituzione e attualizzarli: la Costituzione con la sua XII disposizione transitoria vieta la ricostituzione sotto ogni forma del disciolto partito fascista. E’ necessario, di fronte all’esposizione, la vendita di oggetti di simboli che si richiamano a quella ideologia che la normativa non lasci spazi di tolleranza verso chi si cela dietro le libertà democratiche per diffondere attraverso la propaganda, l’esposizione, la vendita di oggetti di nuovo i simboli di quel passato tragico.
Ripartiamo da una iniziativa popolare dal basso per difendere la nostra Costituzione e i suoi valori.