Storia

Cronologia locale 1943-45

 1943.

ursusgomma jpg

25 luglio. Manifestazione in piazza ducale per la “caduta” del fascismo, viene portato in trionfo il medico ebreo Leone Rudich.
Agosto: astensione dal lavoro al calzifico Giudice di Cilavegna, per aumento del salario. Attività clandestina agli stabilimenti URSUS, con diverse interruzioni del lavoro.
8 settembre. Durante le manifestazioni per l’Armistizio, vengono assaliti i magazzini militari al palazzo dell’Impero (oggi Palazzo Esposizioni), manifestazione davanti al portone del castello per la liberazione dei soldati antifascisti: uno sparo uccide una donna Laura Allocchio.
13 settembre. Assunzione del comando della città da parte delle truppe tedesche. 21 ottobre, fucilazione dell’impiegato comunale antifascista: Giovanni Leone.

1944.

ponte ticino

Tra il dicembre ’43 e il febbraio del ’44 brevi scioperi in vari stabilimenti vigevanesi, che interessano circa 1500 operai dell’URSUS-Gomma, dell’Ilce Gomma, della Manifattura Gallo, del Calzaturifico Colli Franzone. Il 24 febbraio scioperano i 470 operai della fabbrica tessile S.A. Schimdt di Cassolnovo. Il 2 e 3 marzo, si astengono dal lavoro i 250 operai della Rondo e i 473 della Giudice di Cilavegna, ufficialmente per il mancato aumento del salario, in realtà seguendo le indicazioni dello sciopero generale politico proclamato nel Nord Italia sotto l’occupazione. I tedeschi per rappresaglia operano arresti alla Giudice: tre operaie e un operaio sono deportati nei campi di concentramento in Germania, da cui due di essi, Clotilde Giannini e Giovanni Maccaferri, non faranno più ritorno.
Gli operai dell’URSUS-Cuoio dirottano verso i partigiani della Val d’Ossola un carico di scarpe militari, prosegue il boicottaggio della produzione bellica.

Viene arrestata la maestra Anna Botto: dopo il passaggio nelle carceri di Pavia e San Vittore, viene deportata nel lager di Ravenbrück, dove muore in data imprecisata.
14 settembre, mitragliamento alleato di un treno sul ponte del Ticino, più di una ventina di morti.
6 ottobre vengono fucilati in castello i partigiani: Salvatore Frasconà, Carlo Gazzo e Giovanni Profili.
12 dicembre viene ucciso Raoul Canuti sul ponte di Gambolò, dove in marzo era stato trovato morto il fascista Antonio Quaglia.
Tra i partigiani vigevanesi caduti: Carlo Alberto Crespi fucilato a Varallo Sesia il 3 aprile e Artemio Duca fucilato a Varzi il 14 settembre.

1945.

timthumb.phpNascono le brigate partigiane cittadine “Matteo”, “Crespi” e “Leoni”.
26 aprile, insurrezione di Vigevano.
27 aprile, attacco al treno tedesco.
Viene linciato dalla folla un interprete di nazionalità ungherese, da anni residente e Vigevano, accusato di essere una spia dei nazisti, morirà dopo pochi giorni.

L’amministrazione comunale è assunta al CLN locale. Vengono allestiti due campi di detenzione di fascisti: uno in castello per gli uomini, l’altro in seminario per le donne, in attesa di procedere al giudizio sulle loro responsabilità.