Alla caduta del Fascismo, il 25 luglio del 1943, fu grande festa in tutto il Paese. Una gioia spontanea di molti italiani che speravano nella fine della guerra, con la morte della dittatura.
La celebrazione più significativa di quella giornata è la “Pastasciutta Antifascista” che, rievoca quanto accaduto a Campegine (Re) all’indomani del 25 luglio del 1943, quando la famiglia Cervi invitò la gente in piazza e distribuì un piatto di pasta . Per tutti. Anche per chi indossava la camicia nera. Perché il sogno della democrazia è questo: convincere, non escludere nessuno. Quel giorno non era la conclusione, era solo l’inizio. Non l’inizio della libertà ma l’inizio della Liberazione, che sarebbe arrivata 20 mesi dopo. E che i Cervi non videro, ma il loro sogno era stato affidato per sempre alla pastasciutta di quel giorno. Era il sogno di una umanità che riscattava ogni persona, che costruiva una solidarietà mai vista prima sulla faccia della terra.