PIETRE D’INCIAMPO a Vigevano e in Provincia di Pavia

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Le Pietre d’inciampo (in tedesco Stolpersteine) sono una iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig  per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee una memoria diffusa dei cittadini deportati nei  campi di sterminio nazisti .
  L’iniziativa, attuata in diversi paesi europei, consiste nell’incorporare, nel selciato stradale delle città, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni, dei blocchi in pietra ricoperti al di sopra con una piastra di ottone.
La memoria consiste in una piccola targa d’ottone della dimensione di un sampietrino  (10 x 10 cm), posta davanti alla porta della casa in cui abitò la vittima del nazismo o nel luogo in cui fu fatta prigioniera, sulla quale sono incisi il nome della persona, l’anno di nascita, la data, l’eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta. Questo tipo di informazioni intendono ridare individualità a chi si voleva ridurre soltanto a numero. L’espressione “inciampo” deve dunque intendersi non in senso fisico, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere chi vi passa vicino e si imbatte, anche casualmente, nell’opera.
Le pietre d’inciampo vengono posate in memoria delle vittime del nazismo, indipendentemente da etnia e religione.

Intervista a Gunter Demnig (Varzi 14 gennaio 2018)
Domanda: Com’è nata l’idea delle pietre d’inciampo?
Risposta: È una storia lunga. L’idea era di ricordare quelli che non avevano avuto sepoltura. E partire dalla Germania per andare in tutta Europa perché la SS e la Gestapo hanno ucciso migliaia di persone, quindi ricordarle almeno ogni tanto. Questa è l’idea principale.
Domanda: In molte città ci sono targhe, lapidi, perché ha scelto proprio una pietra?
Risposta. La prima idea era una targa sul muro. Ma in Germania l’80% degli ebrei ha una targa. Però qualcuno sul muro si era rifiutato. Ma le città hanno accettato di mettere le pietre sul selciato.
Domanda: Quali deportati si vogliono ricordare? Il ricordo dei “politici” è venuto dopo quello degli ebrei?
Risposta: No, fin dall’inizio si voleva ricordare ogni tipo di vittima.
Domanda: Quali sono le organizzazioni che la richiedono in Germania?
Risposta. Molte, molto differenti.
Domanda. Com’è stata la sua esperienza nelle città italiane?
Risposta. Molto buona, specialmente con i giovani che vogliono ricordare.
Domanda: La sua esperienza in generale…
Risposta. Buona. Sono molte le città che hanno chiesto le pietre per le vittime. Sessantaquattromila in Europa, in ventuno nazioni.

 

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