ARLENGHI Santo,
nato a St. Nicolas de Losargas (Argentina), il 30 novembre 1906, sopravvissuto.Da ricerche anagrafiche risulta residente a Vigevano dal 1934. Secondo la sua testimonianza scritta è arrestato “per essersi rifiutato di passare civile”, lavoratore italiano all’estero, di professione magazziniere, quando viene catturato nella Polonia occupata, a Breslau, il 3 ottobre 1944, è rinchiuso nelle carceri della città per aver rifiutato l’ingaggio quale “libero lavoratore”. E’ deportato il 10 ottobre al lager di Gross Rosen (matricola n. 64980) e il 25 febbraio 1945 al campo di Flossenbürg (matr. n. 48923, trasp. 173). Viene liberato dagli alleati anglo-americani il 23 aprile 1945, rientra in Italia il 22 giugno 1945. Secondo il C.I.C.R. sarebbe arrivato a Flossenbürg il 13.2.45 (stesso n. di matricola) proveniente da Gross-Rosen.Muore il 21 dicembre 1972.
Documentazione:
Domanda alla “Commissione per la ripartizione del fondo versato dalla Repubblica Federale di Germania in base al D.P.R. del 6.10.1963 n. 2043, cartella personale, b. 1, fondo ANED, presso ISTORECO.
Anagrafe, Comune di Vigevano.
Bibliografia:
AA.VV. “I deportati pavesi nei lager nazisti”, p. 171.
G.U., p. 9, pratica 126719, cattura a Breslav, Gross Rosen, Flossenbürg.
BONAFIN Santino,
nato a Lendinara (RO) l’1.7.1927, morto ad Ansfelden (presso Linz). Garzone di panettiere residente a Vigevano. Sono ignote le cause dell’arresto, avvenuto in una località dei boschi del Ticino, dove viveva con i familiari e dove si nascondevano molti sbandati ed ex-prigionieri inglesi. E’ deportato a Mauthausen con il trasporto 104, partito da Bolzano il 20 novembre 1944 e arrivato al campo il 21 novembre. Gli viene assegnato il numero di matricola 110393. Nel registro anagrafico dei morti del comune di Vigevano del 1952 è riportata una cancellazione per morte, che si dichiara avvenuta in Austria il 24.5.1945 ad “Hansfelden lager HAID”.
Documentazione:
Anagrafe del Comune di Vigevano, Atti di Morte, 1952.
Bibliografia:
Morelli, “I deportati italiani nei campi di sterminio”, cit., p. 313 (dove sono indicati luogo e data di morte: Ansfelden, 24.5.1945).
ANED on line (Mauthausen).
ANPI Vigevano, «Caduti vigevanesi nella lotta di liberazione», in “Annali di storia pavese”, n. 8-9, Pavia, 1982, p. 138.
Tibaldi, “Compagni di viaggio”, cit., p. 107.
BOCCA Giuseppe,
nato a Vigevano il 12.9.1906, sopravvissuto.Non si conoscono la data e l’occasione dell’arresto. Internato a Bolzano (nelle celle dal 12 al 19 gennaio 1945). Deportato a Flossenbürg il 23 gennaio 45 e trasferito al sottocampo di Porschorf il 3.2.45. È morto all’isola di Pianosa il 16.9.47.
Documentazione:
Anagrafe Comune di Vigevano, Atti di nascita, 1906. Atti di Morte 1948.
Bibliografia:
Happacher, Il lager di Bolzano, 1979, p. 198
Venegoni, Uomini, donne e bambini nel Lager di Bolzano, 2004, (ad nomen).
BOTTO Anna,
nata ad Alessandria il 31 dicembre 1895, morta probabilmente a Ravenbrück in data imprecisata.Maestra elementare a Vigevano, dopo l’8 settembre aiuta ex-prigionieri alleati, hi contatti con esponenti antifascisti, e viene per questo sorvegliata dagli agenti dell’UPI di Vigevano (cfr. Introduzione). Arrestata una prima volta il 1° maggio 1944, viene scarcerata il 10 maggio. E’ nuovamente arrestata nel luglio del 1944 e tradotta nelle carceri giudiziarie di Pavia. Bianca Ceva, sua compagna di detenzione, così la descrive: “C’è una povera donna, una maestra di Vigevano di nome Botto, che non mi lascia un momento per raccontarmi di sé, delle gravi accuse di propaganda antifascista che le pesano sul capo, e non cessa un minuto solo di parlare, come ossessionata da qualcosa di pauroso, e nelle brevi pause si mette a camminare su e giù con una corona del rosario in mano, muovendo le labbra nella preghiera, come se non sapesse più dove posare per chiedere aiuto. Io cerco di farle capire che non è bene che parli tanto, che ci vuole calma e prudenza per non perdersi, ma so che non servirà a nulla; forse in quel suo affanno disperato c’è tutta l’angoscia di un presentimento”.Deferita al Tribunale Militare viene processata a Milano, rimandata al Tribunale Speciale, e quindi ritorna al carcere di Pavia. Nella seconda metà del mese di agosto è trasferita al carcere di San Vittore a Milano. Ecco come B. Ceva ricorda la sua partenza: “… è comparsa in gran fretta la guardiana, dicendomi con voce agitata che aveva avuto in quel momento l’ordine di raccogliere la roba di quella povera maestra di Vigevano, che la mattina era stata chiamata per un interrogatorio e che non era più risalita. La facevano, invece, partire subito. La donna, ingenua o no, ha avuto l’aria di farmi credere che la mandassero a casa; io l’ho guardata stupita: «Non capisce, le ho detto, che la spediscono in Germania?». Prima che la guardiana raccogliesse quel piccolo involto, l’ho guardato anch’io, se mai ci fosse in mezzo qualche cosa di compromettente: pochi oggetti personali, un libro da messa pieno di immagini sacre ed una corona del rosario, li ho tenuti per qualche istante nelle mani, come si tengono con lo sguardo assente e perduto, le povere cose care e familiari che i morti lasciano sole e spente dietro di sé, quando la bara è appena uscita dalla porta di casa”. Il 20 settembre 1944 viene inviata al campo di transito di Bolzano. Nei primi giorni del mese di ottobre viene deportata al campo di sterminio di Ravensbrück. Muore in data imprecisata. Secondo la testimonianza delle sue compagne Rosa Gaiaschi Pettenghi e Livia Rossi Borsi, sarebbe morta nel blocco delle invalide, prima dell’evacuazione del campo, infatti i nazisti avrebbero bruciato il reparto con il lanciafiamme (queste notizie sono reperibili nella cartella personale e dalla monografia su Anna Botto a cura del comune di Vigevano e del Circolo didattico di Gambolò). Invece secondo Maria Luisa Canera di Salasco la sorte di Anna sarebbe stata diversa: “Dopo solo venti giorni di quarantena la maestra Botto di Vigevano cominciò a dare manifesti segni di squilibrio mentale. All’appello del mattino non la vedemmo più fra noi. Venimmo a sapere da una ‘bracciale rosso’, una lager polizei, che alla notte era stato effettuato un ‘transport’ con destinazione camera a gas-crematorio”
Documentazione:
Archivio Storico Civico di Vigevano, parte moderna, archivio CLN, cart. 1, Epurazione 1945, fasc. 1.
Lettere delle compagne di deportazione Livia Rossi Borsi e Maria Sillini, cartella personale, b. 1, fondo ANED, presso ISTORECO.
Bibliografia:
VV. “I deportati pavesi nei lager nazisti”, cit., p. 133.
U., n. 189243, p. 259, c. a Vigevano, Auschwitz, m. 9-44 (sic!)
Maria Luisa Canera di Salasco: “Un normale carico di morte”, «Triangolo rosso», novembre 1989, n. 8-9, pp. 18-19.
L. Canera di Salasco: “Fiori ed orrori di Ravensbrück. Capelli bianchi a vent’anni!” in «Triangolo Rosso», 1980, n. 3, p. 10.
Bianca Ceva, “Tempo dei vivi. 1943-1945”, Milano, 1954, pp. 92 e 99-100.
Cesare Manganelli, Brunello Mantelli, “Antifascisti partigiani, ebrei. I deportati alessandrini nei campi di sterminio nazisti 1943-1945”, Milano, 1991, p. 85.
“Dizionario biografico delle donne lombarde. 568 – 1968”, Milano, 1995, p. 209.
Guderzo, “L’altra guerra”, cit., p. 9, 14n., 231, 233.
Monografia su Anna Botto a cura del comune di Vigevano e del Circolo didattico di Gambolò.
COSTA GIOVANOLA Paolo,
nato a Vigevano il 10.1.1905, morto a Buchenwald. Domiciliato a Gambolò fino al 1933 e poi a Vigevano, non si conoscono le motivazioni e l’occasione dell’arresto. Deportato da Trieste il 12.5.44 a Dachau, n. di matricola 68000, è poi trasferito il 12.12.44 a Buchenwald (senza numero di matricola). Il Tribunale di Vigevano ha emesso il 10.4.1959 la sentenza di morte presunta, dove si afferma che sarebbe scomparso da Vigevano il 6.1.1944 e sarebbe morto il 30.4.44 (la data della morte presunta nel caso di prigionia o internamento viene stabilita nel giorno in cui risale l’ultima notizia, artt. 60 e 61 del Codice civile).
Documentazione:
Anagrafe del Comune di Vigevano, Atti di nascita 1905, Atti di morte 1959.
CUSANI Arturo,
nato a Vigevano il 19.4.1914, morto a Ebensee il 16.3.1945. Operaio calzaturiero, sono ignote le cause e la data dell’arresto. In base alla documentazione del C.I.C.R., arriva a Mauthausen il 3.10.44, è registrato con il n. 106669, cat. “Sch.”. Il 19 ottobre è trasferito al sottocampo di Ebensee dove muore il 16 marzo 1945 alle 9.30, causa del decesso: “acute Herzschwäche” (acuto indebolimento cardiaco). Secondo I. Tibaldi il suo trasporto a Mauthausen sarebbe partito da Dachau.
Documentazione:
C.I.C.R. (Comitato Internazionale Croce Rossa), cartella personale, b. 6, fondo ANED, presso ISTORECO.
Bibliografia:
Pappalettera, “Tu passerai per il camino”, p. 277.
Morelli, “I deportati italiani nei campi di sterminio”, p. 342.
ANED Milano, “L’oblio è colpa”, cit., p. 24.
DELL’ACQUA Carlo,
nato a Vigevano l’1.9.1923, sopravvissuto. Di professione operaio, probabilmente militare quando è catturato. Risulta deportato a Dachau, n. di matricola 146256, proveniente da Gross Rosen con il trasporto partito il 16 marzo 1945. Liberato il 29.4.1945, è morto il 20.7.1960.
Documentazione:
Anagrafe del Comune di Vigevano, Atti di nascita 1923, Atti di morte 1960.
Bibliografia:
ANED Milanese, “Elenco nominativo dei cittadini italiani deportati nel lager di Dachau”, dattiloscritto, Museo del Risorgimento, Milano, c. 522 PLVII n. 45469.
GARIBOLDI Giovanni,
nato a Vigevano il 9.1.1904, morto il 29.4.44. Residente a Gambolò, sono sconosciute la causa e l’occasione dell’arresto. Risulta arrivato a Dachau con il trasporto 136 partito da Trieste il 4.9.44 e giunto due giorni dopo. Viene poi trasferito a Mauthausen con il trasporto 176 arrivato il 16.9.44. Infine è deportato a Sachsenhausen con il trasporto n. 223. Il Tribunale civile e penale di Milano con sentenza del 16.1.1956 ha dichiarato la sua morte presunta, che sarebbe avvenuta il 29.8.1944 (quando secondo l’altra documentazione non sarebbe stato ancora deportato, ricordiamo che però la data della morte presunta nel caso di prigionia o internamento viene stabilita nel giorno in cui risale l’ultima notizia, artt. 60 e 61 del Codice civile). In un elenco di “Deportati politici nel Kz Dora”, che hanno conservato la matricola del Kz Buchenwald, pubblicato in «Triangolo rosso» (vedi infra) compare il nome di Garibaldi Giovanni con la stessa data di nascita e n. di matricola 100607.
Documentazione:
Anagrafe del Comune di Vigevano, Atti di nascita 1904, Atti di morte 1956.
Bibliografia:
“Deportati politici nel Kz Dora”, in «Triangolo rosso», n. 1, febbraio 1998, p. 29.
MOLA Giuseppe,
nato a Vigevano il 4 maggio 1925, morto a Ebensee. Nel 1941 viene aperta la tutela nei suoi confronti dal Tribunale di Vigevano. Calzolaio, non si conoscono le motivazioni del suo arresto, viene deportato per ordine della “Sichereitspolizei” di Verona da Bolzano al campo di Mauthausen dove arriva il 19 dicembre 1944, registrato con il n. 114038, cat. “Sch.”. La documentazione del C.I.C.R. si limita a riportare un suo trasferimento il 3 gennaio 1945 al sottocampo di Melk, non segnalandone la morte. V. Morelli indica, invece, la data di morte di Mola, che sarebbe avvenuta a Ebensee, nel maggio-giugno del 1945 (quindi dopo la Liberazione). Il suo corpo sarebbe stato tumulato a Ebensee nel cimitero Lepetit.
Documentazione:
Anagrafe del Comune di Vigevano, Atti di nascita 1925.
C.I.C.R., cartella personale, b. 6 bis, fondo ANED, presso ISTORECO.
Bibliografia:
Morelli, “I deportati italiani nei campi di sterminio”, cit., p. 395.
ANED Milano, “L’oblio è colpa”, cit., p. 28 (senza data di morte).
Pappalettera, “Tu passerai per il camino”, p. 298.
ANED on line (Mauthausen, trasp. 111).
Tibaldi, “Compagni di viaggio”, cit., pp. 113-115.
TESTORI Ermes,
nato a Vigevano il 29 agosto 1924, morto a Zwickau (Flossenbürg ). Operaio calzaturiero, renitente al bando Graziani, viene arrestato a Vigevano per diserzione il 18 febbraio 1944. Dapprima tradotto al carcere San Vittore di Milano, dove risulta presente il 13 maggio col numero di matricola 327MC (camerata 20 raggio III) indicato come panettiere. Qui rimane fino al 21 giugno, quando parte con altre 9 persone per Verona, viene poi deportato al campo di Flossenbürg, dove gli viene assegnato il n. di matricola 29290. Muore nel sottocampo di Zwickau il 21 marzo 1945. Questo campo, secondo padre G. Agosti, “creato esclusivamente per accogliere operai internati addetti all’Auto-Union, era molto ristretto e consisteva in 5 sole baracche, più l’infermeria, le abitazioni delle SS e i servizi. Come per ogni altro campo, una rete di filo spinato lo cingeva e la strada stessa che lo univa allo stabilimento era fiancheggiata da altri reticolati” (p. 109).
Documentazione:
Registro matricolare di San Vittore, 1944, n. reg. 49526/5, Museo del Risorgimento, Milano.
Testimonianza scritta del padre Testori Pierino (7 aprile 1964), cartella personale, b. 5, fondo ANED, presso ISTORECO.
C.I.C.R., b. 7 (varia), fondo ANED, presso ISTORECO.
Bibliografia:
U., n. 191428, p. 713, c. a Vigevano, Flossenbürg e Zwickau, 21.3.45.
Giannantonio Agosti da Romallo, “Nei lager vinse la bontà”, cit., p. 109 e p. 122.
Morelli, “I deportati italiani nei campi di sterminio”, cit., p. 286.
AA.VV., “I deportati pavesi nei lager nazisti”, cit., p. 160.