ANPI Vigevano comunicato su celebrazione 25 Aprile 2017

Celebrazioni del 25 Aprile a Vigevano: la reazione dell’ANPI al commento del Vice-Sindaco in merito all’intervento del rappresentante dell’ANPI Provinciale, e sull’allontanamento delle forze dell’ordine dalla cerimonia.

Riteniamo doveroso precisare che il richiamo di ANPI all’articolo 10 della Carta Costituzionale altro non è se non un doveroso atto di civiltà e di lealtà alla Repubblica antifascista, nata dalla Resistenza, e che il nostro richiamo ad un approccio solidale alla grande e complessa questione della migrazione è ispirato ai principi di libertà e di dignità dei popoli che in tutta l’Europa combatterono per le libertà e la dignità, contro le dittature fascista e nazista.
Il 25 aprile, ANPI ha doverosamente ricordato nella piazza di Vigevano la vergogna di assistere nelle nostre città e nella città capoluogo, Pavia, a marce para militari di natura fascista, in oltraggio, non solo alla memoria dei combattenti per la libertà, ma in spregio alle norme vigenti e alla nostra Costituzione, intrinsecamente antifascista nei suoi valori e nella sua formulazione.
In linea con la richiesta di Anpi nazionale, unitamente all’Istituto Cervi, chiediamo che lo Stato in ognuna delle sue articolazioni locali mostri limpidamente il suo volto antifascista; fermamente chiediamo che manifestazioni e marce fasciste non abbiano diritto di cittadinanza nelle nostre piazze e che sia loro negato il diritto all’uso di suolo pubblico, che innesca una spirale di reazioni e contro reazioni non ammissibili in un Paese civile e democratico.
Il 25 aprile è il giorno in cui tutti i cittadini democratici, a fianco delle istituzioni repubblicane, salutano la Liberazione e la ritrovata dignità dei popoli europei.
Vigevano non fa eccezione, e per questo consapevolmente e civilmente ci siamo riconosciuti nelle parole del rappresentante di ANPI Provinciale, intese a ripristinare il nesso indissolubile tra antifascismo e democrazia, contro ogni politica xenofoba e razzista che oltraggia il Paese ed offende il nostro presente e la nostra storia.